L'opera ritrovata: Turanda di Antonio Bazzini
Prosegue giovedì 12 febbraio (ore 18, foyer Teatro del Giglio), con la conferenza di Marcoemilio Camera dal titolo “L'opera ritrovata: Turanda di Antonio Bazzini”, VERSO TURANDOT, percorso di approfondimento sull’ultimo, incompiuto capolavoro pucciniano. Il progetto “Verso Turandot”, realizzato dal Teatro del Giglio Giacomo Puccini in stretta sinergia con il Centro Studi Giacomo Puccini e la Fondazione Giacomo Puccini, si configura come un articolato programma di conferenze, incontri e momenti di studio dedicati alla complessità dell’ultima opera del Maestro. Studiosi, musicologi, interpreti, direttori d’orchestra e protagonisti del panorama culturale saranno coinvolti in un percorso capace di intrecciare storia, prassi musicale, teatro e contesti culturali.
Nel 1867 l’opera Turanda di Antonio Bazzini vede la luce sul palcoscenico del Teatro alla Scala. Una tiepida accoglienza del pubblico, i giudizi di una critica avversa, e nel giro di poche repliche tutto scompare, avvolto da un alone di mistero e sfortuna. Il libretto di Gazzoletti porta la definizione di “azione fantastica”, termine inusuale per il mondo operistico. Per questo i detrattori la definirono un “assurdo drammatico” che tratta di “una orribile divoratrice di amanti” (Ghislanzoni). Soggetto fantastico forse troppo audace per il tempo, che invece oltre cinquant’anni dopo troverà legittimazione definitiva nella Turandot di Puccini, che di Bazzini fu anche allievo. La sfortunata sorte della Turanda di Bazzini proseguì fino all’oblio secolare, accentuato persino dalla scomparsa della partitura, ritrovata solo pochi anni fa. Rimessa in scena per la prima volta in epoca moderna a cura del Conservatorio di Como nell’ottobre 2025, l’opera si rivela invece un soggetto sorprendentemente moderno, con molti tratti interessanti e originali.
Turanda è una giovane che si ribella di fronte a un mondo che la vorrebbe relegata al solo ruolo di donna-madre “Legge crudel, che al debole / Il forte sesso impone”. L’azione drammaturgica si muove tra fiaba, magia, e realtà ed è anticipatrice di una sensibilità moderna verso il fantastico, con i personaggi caratterizzati da sentimenti umani e terreni. Non di meno la musica, nelle mani di un eccellente musicista come Bazzini, evidenzia il tentativo di superare la tradizionale successione di arie e pezzi chiusi, tipica dell’opera italiana, verso un linguaggio più moderno ed europeo. Forse Turanda non potrà essere definita un capolavoro assoluto, ma certamente è un’opera molto interessante e ben scritta, un tassello mancante e ritrovato nel melodramma dell’Ottocento.
Marcoemilio Camera ha iniziato gli studi musicali di organo, affiancandoli a quelli classici e dedicandosi quindi agli studi storico musicali presso l’Università di Pavia, Scuola di Paleografia musicale di Cremona, dove si laurea in Musicologia nel 1988 col massimo dei voti. Dal 1987 ha iniziato la sua collaborazione con il mondo delle biblioteche musicali approfondendo gli aspetti inerenti le nuove tecnologie prendendo parte presso la Biblioteca del Conservatorio di Milano al progetto SBN Musica del Ministero dei Beni Culturali. Dal 1989 al 1996 è stato il direttore scientifico della ricerca “Catalogo delle cantate italiane di tutto il mondo”, finanziata dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Esperto di catalogazione e gestione informatica delle biblioteche musicali, ha curato la gestione e ha tenuto corsi di formazione presso Conservatori e Istituzioni in tutta Italia. Ha insegnato storia della musica presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, e, dal 1989 al 1998 presso l’associazione Musicale “F. Gaffurio” di Lodi, di cui è direttore artistico dal 1997. Vincitore di concorso nazionale è entrato nel 1993 in ruolo come docente sulla cattedra di bibliotecario presso il Conservatorio di Campobasso e, dal 1999 continuativamente al Conservatorio di Como. Direttore artistico di stagioni musicali ed eventi, si dedica alla divulgazione culturale nell’ambito della musica e della danza. Dal 2021 è Presidente della IAML-Italia (International Association of Music Libraries). Dal 2025 collabora con il Ministero della Cultura-Digital Library per la digitalizzazione del patrimonio musicale conservato presso le Biblioteche dei Conservatori di musica italiani.
ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti