Il brutto anatroccolo
musica di Salvatore Passantino
libretto di Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi
Casa Musicale Sonzogno
personaggi e interpreti
Cicogna/Muto Massimiliano Mastroeni
Madre Mariateresa Federico
Fratello 1/Volpe Stefano Paradiso
Fratello 2/Gatto Giacomo Leone
Sorella/Fiammì Martina Malavolti
direttore d’orchestra Ernesto Colombo
regia Davide Garattini ripresa da Jesús Noguera
scene e costumi Josephin Capozzi
luci Ivan Pastrovicchio
età 6-10 | durata 60 minuti circa
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dalle note del compositore Salvatore Passantino
«[…] Lo stile musicale è eclettico, combinando elementi di musica classica contemporanea, dell'opera di tradizione e della musica popolare. L'ensemble strumentale (formato da flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello, contrabbasso e percussioni) svolge un ruolo fondamentale, creando atmosfere evocative e sottolineando le personalità e le emozioni dei personaggi. Non mancano citazioni dal grande repertorio operistico, come il Barbiere di Siviglia, La Traviata, il Don Giovanni e la Cavalleria Rusticana. La vocalità dei quattro solisti (soprano, mezzosoprano, tenore e basso) è messa a dura prova dalla varietà di stili utilizzati. I cantanti, dovendo interpretare ognuno più di un personaggio, si trovano a spaziare dallo stile lirico al recitativo, dallo stile fiorito allo stile corale fino allo Sprechgesang e al recitato. Una prova davvero difficile che richiede grande duttilità interpretativa. Il Brutto Anatroccolo è un'opera dal forte impatto emotivo, dove la musica sottolinea le emozioni e veicola un messaggio di speranza e rinascita. Un viaggio musicale che celebra la bellezza della diversità e il potere della musica di unire e commuovere.»
dalle note del regista Davide Garattini
«[…] Chiunque di noi conosce un brutto anatroccolo, forse noi stessi lo siamo stati in un periodo della nostra vita, sicuramente sono molti quelli che giornalmente vivono una situazione da brutto anatroccolo, emarginato perché diverso […] Noi dall’immagine dell’anatroccolo entrata nell’iconografia collettiva abbiamo voluto sviluppare una raffigurazione che la rendesse meno datata, creando un nuovo mondo simbolico, dove il cucciolo è sempre di più un nuovo Charlot e di conseguenza tutti gli altri personaggi che lo circondano si trasformano, così il nostro anatroccolo vivrà una storia di crescita anche attraverso personaggi nuovi o trasversali e in una visione più onirica e surreale affidata a scene e costumi. Siamo in un luogo di immaginazione, un contenitore magnifico dove tutto accade e tutto si trasforma, passando da interno ad esterno con il semplice gioco della creatività e della fantasia sia per chi lo ha pensato sia per quelli che vedranno lo spettacolo.»