Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini
La proiezione della pellicola sarà introdotta da Carlo Pulsoni (Università di Perugia) e Marco Vanelli (Cineforum Ezechiele 25,17).
Nel mediometraggio del 1963 intitolato La ricotta, Pier Paolo Pasolini racconta in tono satirico le difficoltà di un regista marxista impegnato a dirigere un film sulla Passione. Il suo approccio è eminentemente culturale: i quadri di Pontormo e Rosso Fiorentino come riferimenti figurativi; Jacopone come richiamo poetico; Gluck per la musica. Ma nonostante i suoi sforzi, il risultato non funziona: la sacralità risiede altrove.
Ben diverso sarà, quindi, il percorso che porta Pasolini a dirigere Il Vangelo secondo Matteo uscito l’anno seguente. L’ispirazione nacque ad Assisi, presso la Pro Civitate Christiana, dove il poeta-regista era ospite di don Giovanni Rossi proprio quando Giovanni XXIII fece il suo famoso viaggio a sorpresa. Per evitare di alimentare la stampa scandalistica, Pasolini preferì non farsi vedere in giro e, rimasto in camera, trovò sul comodino il libretto dei Vangeli. Cominciò a rileggerli, iniziando, com’è ovvio, da Matteo. Fu una folgorazione. Con l’aiuto dei Volontari della Cittadella il film prese forma, non senza qualche timore per lo scandalo che avrebbe provocato l’accostamento di un intellettuale dichiaratamente comunista, ateo e omosessuale a un simile soggetto; al punto che don Giovanni andò a chiedere una sorta di imprimatur direttamente al papa. E, infatti, «Alla cara, lieta, familiare memoria di Giovanni XXIII», nel frattempo scomparso, il film sarà poi dedicato.